Basso profilo

Tantissimi appassionati seguono il ciclismo ed io facevo parte di questo gruppo. Parlo al passato perchè purtroppo dalla morte di Pantani mi sono via via allontanato dopo le "morti" dei vari ciclisti beccati con le mani nella marmellata "in ogni dove" come avrebbe detto il grande Candido Cannavò. Beccati da analisi e controanalisi in flagranza di reati che vanno dall'uso di cocaina, alle autotrasfusioni di sangue, alle droghe sintetiche più assurde.

E arresto dopo arresto, squalifica dopo squalifica mi sono sempre chiesto che gusto ci sia a seguire uno sport malato. Uno sport che per diventare sempre più interessante ha richiesto ai suoi atleti sforzi fisici sempre più imponenti, costringendoli (anche se il termine è fortissimo lo voglio usare) a prendere droghe per poter uscire dalla massa dei ciclisti anonimi, di quelli che concorrono per aiutare a vincere i campioni.


Non essendo riuscito a trovare una risposta ho semplicemente boicottato la visione delle grandi classiche e dei grandi giri a tappe nonostante la passione della bici resti sempre viva in me.


Purtroppo non posso fare a meno di seguire le vicende tramite giornali, internet e telegiornali. Stamane leggo che Ivan Basso ha rosicchiato ancora 1 minuto al leader del Giro Arroyo e che ora è a 2 minuti e spiccioli dal poter conquistare la maglia rosa. Ho visto qualche immagine, ho visto la gente ai bordi delle strade, ho visto tanta gente emozionarsi, ma che peso hanno le emozioni nel ciclismo?


Come si fa a dimenticare i vari Mayo, Vinokurov, Piepoli, Riccò, Landis, Frigo, Kohl, Di Luca, Bani, Schleck, Sella, Rebellin, Vandenbroucke, Virenque, Museeuw? Ho scritto giusto i nomi che mi ricordo in ordine sparso, ma sai quanti ne avrò dimenticati...


Come si fa a dimenticare Ivan Basso? Ricordate il giorno in cui fu beccato? Beh io me lo ricordo bene quel giorno... Ivan Basso fu coinvolto nella "Operacion Puerto", che incastrò un foltissimo numero di corridori che ricorrevano ad emotrasfusioni per migliorare le prestazioni, pratica ovviamente illegale. Nella lista di Puerto fu trovato il nome "Birillo" e guardacaso il nome del cane di Basso era quello. Basso arrivò a negare tutto, dicendo che il suo cane non si chiamava Birillo, ma Tarello (presentando un finto certificato di un veterinario che attestava la cosa)...


Abbiate un attimo la forza di immaginare questo povero cane, che da un giorno all'altro si è visto chiamare Tarello. Quel cane che non riportava più indietro le cose perchè pensava che non ce l'avessero con lui. Quel cane che in un attimo si è visto cancellato ed ha pensato che fossero tutti ammattiti.


Non so se mi fece più pena il cane o Ivan Basso il giorno in cui sulla Gazzetta dello Sport campeggiava la scritta gigante:


BASSO SHOCK: "BIRILLO SONO IO!"


Una cosa è certa. Io non mi emoziono. Io non ci casco. Io mantengo un Basso profilo. E mi accontento dei ricordi del passato...

4 commenti:

Tyler Durden ha detto...

se fossi stato al posto del cane di Basso l'avrei azzannato...

Lindalov ha detto...

la logica dannata del profitto, che contamina i valori.
lo sport è uno di quelli perché richiede, disciplina, fede, lavoro, passione. Tutte virtù che ai tempi dei greci venivano lodate.

Appunto, ai tempi dei greci :(

gaz ha detto...

Ed hai pienamente ragione, io come avrai capito sono affezionata all'idea di ciclismo che costa fatica...

ciao :)

strumenti musicali basso ha detto...

io tifo sempre per ivan basso